Dopo 25 anni torna
FUTURO ANTICO
suoni dai primitivi all'elettronica
con Walter Maioli, Gabin Dabire, Riccardo Sinigaglia
Quali nuovi strumenti e suoni scoperti presenterà ora Futuro Antico ?
Questo dovrete venire a scoprirlo.
E quali saranno le tematiche affrontate ?
Principalmente la ricerca del diapason cosmico e del calendario universale,
filosofia sonora applicata.

il libretto del nuovo cd

foto di Futuro Antico al festival di Sant'Arcangelo 1980

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FUTURO

Testo di Walter Maioli

 

Premesse scritte dal passato

  Testo riportato dal depliant del gruppo musicale Futuro Antico, scritto da Walter Maioli, Riccardo Sinigaglia, Gabin Dabire ed Adriano Abbado, che si occupava della parte visuale.   Milano,  1980

  Allo stato attuale il panorama culturale nel mondo si presenta quanto mai vasto e multiforme.

Lo sviluppo della tecnologia elettronica ha consentito la costruzione di dispositivi aventi le più diverse funzioni, dai generatori di suoni e di immagini ai sistemi di informazione mediante logica simbolica. Parallelamente l'importanza assunta dall' industria aerospaziale ha permesso un notevole incremento delle comunicazioni aeree e via satellite.

L'immediata presa di contatto con culture diverse e la conoscenza di popoli il cui sistemi di vita e di pensiero differiscono dai modelli di provenienza hanno messo in relazione universi vitali che interagiscono tra loro e si trasformano.

Futuro Antico ha come principale scopo la conoscenza, lo stadio e la diffusione di queste realtà culturali e la ricerca di un'unita espressiva attraverso i più diversi media di cui abbiamo cognizione.

Spaziando dall'etnomusicologia alla musica elettronica, dal teatro ai sistemi audiovisivi.

 

Musica senza epoca ne luogo

  Testo di Walter Maioli,  Foresta di Barbarano Romano, 2005

  Sono passati decenni dalla “visione” di Futuro Antico, e più di trent'anni da quando mi occupo di World Music, fondando il gruppo Aktuala. Quindi possiamo iniziare a trarre delle conclusioni, verificare se il messaggio è giunto, se la visione sonora anticipava i tempi,  e quali trasformazioni sonore alchemiche sono avvenute.

Vi sono espressioni delle arti che esplorano dimensioni sconosciute, che aprono le porte della percezione. Le maschere dell’universo sono appese. La visione sonora delle stelle, del cosmo, si riflette in una pozza d’acqua “sacra”, caduta dal cielo, dove il sasso è stato gettato e i cerchi si allargano.

Una delle funzioni più importati degli artisti precursori è di andare oltre il quotidiano, pagati per esplorare e percorrere strade ignote. Le musiche anticipano i tempi. Suoni come schemi penetrano nelle orecchie relazionando l’operato umano. Ciò che ascolti diventi. Ed è per questo che ascoltiamo, e suoniamo, i suoni della natura, i sussurri del vento, alito vitale della madre terra, la musica delle stelle, del cosmo, di noi stessi, le vibrazioni e le parole dei maestri e il profondo animo dei diversi popoli, attraverso la voce dei loro strumenti musicali.

In questi anni tanti artisti si sono ispirati a Futuro Antico, ma interpretandolo e racchiudendolo in una sola dimensione temporale, culturale, storica, etnica, o pseudomultietnica (tra cui vedi note in fondo).

Mentre la  musica realizzata negli anni ottanta da Futuro Antico, è musica universale, fuori dal tempo, Di fatto Futuro Antico ricercava quella dimensione interiore popolata da suoni e ritmi archetipi, che sono le fondamenta di tutte le musiche del mondo. Infatti : la musica non è un linguaggio universale, i suoni archetipi si.

Suoni organizzati oltre i sistemi tonali delle culture musicali standardizzate.Una straordinaria formula alchemica acustica, dovuta ad un’accurata scelta degli strumenti e dei suoni abbinati. Che non si basava su : tu africano suoni il balafon accordato secondo la scala del pianoforte, oppure intonarsi tutti su una scala musicale araba o indiana, magari suonando strumenti giapponesi. Inoltre vi erano anche altre straordinarie premesse, come quella di cercare di far convivere suoni acustici delle diverse culture con suoni elettronici, che il risultato abbiamo chiamato musica etnoelettronica

Ed è qui che ci siamo accorti che la vera musica elettronica, ricercava i suoni cosmici delle origini.

Le mie ricerche sui suoni preistorici, come le scelte sonore del musicista africano Gabin Dabire,  seguivano schemi e territori che alcuni tastieristi elettronici di estrazione colta, come Riccardo Sinigaglia, stavano percorrendo con la musica d’avanguardia contemporanea. In pratica : si poteva far convivere acustica ed elettronica ? Come dire, si può vivere nella natura con il computer in tasca ? Bene, ora, in questa fase nel 2005, a giudicare da dove e come scrivo : direi proprio di si.

 

Suoni clonati e Minestroni sonori multietnici

  Nel contesto ora mondiale, direi quasi globale, stanno imperversando musiche dai suoni clonati e impostati. La gente mangia tutti i giorni orribili suoni clonati elettronicamente, senza rendersene conto, attraverso la TV e le apparecchiature elettroniche in un contesto di un paesaggio sonoro altamente inquinato, che ha alzato al livello limite la nostra soglia di ascolto. In mezzo a tutto ciò stiamo anche assistendo ad un incredibile minestrone sonoro multietnico che rispecchia e crea l’attuale rapporto tra le diverse culture del mondo. Così tamburi  africani dalla pelle di plastica, vengono abbinati a flautini campionati e miscelati a suoni clonati di maracas….e non può certo mancare, mischiato nel minestrione, o suonato anche da solo: il didjeridu  o didgeridoo, megafono alteratore vocale dei “poveri” aborigeni australiani. Questi ultimi si sono visti letteralmente portar via il loro strumento tradizionale per eccellenza, ed ora si può ascoltare il didjeridu, suonato dagli europei ed americani, anche nelle publicità. Strumento considerato dagli aborigeni “sacro”, e molto di più. Ora i negozi di tutte le città del mondo vendono didjeridu, ma la maggioranza, purtroppo, sono strumenti provenienti dall’Indonesia. Ma la beffa è che uno strumento del genere, come un cibo, appartiene molto di più, di ciò che pensiamo, all’ambiente da cui è stato generato.

Se uno strumento è stato creato e ha trovato sviluppato presso una certa cultura e in un certo luogo, avrà la sua ragione.E poi, il suono basso del digiriduu, appartiene alla sfera dei suoni ipnotici, che agiscono notevolmente su alcuni precisi livelli psicofisici. Questi suoni, non sempre sono terapeutici, anzi, in certi casi o per alcune persone, sono veramente nocivi, possono innescare di tutto. La musicoterapia è una cosa seria, che purtroppo il più delle volte è insegnata, e applicata male. Abbinare suoni, creare nuove sonorità, esplorare il non conosciuto, non è da tutti, non basta andare al conservatorio, od al corso di perfezionamento, o essere animati dallo sballo suonando di tutto. Ricordo sempre una premessa fondamentale per chi vuole ascoltare la musica e le differenti musiche: tutte le musiche possono tirarti dentro, ma bisogna vedere dove ti conducono.

  Premesse scritte dal futuro

Alla ricerca del diapason cosmico

e del calendario universale

 

Alla fine degli anni 60 ho iniziato ad esplorare sistematicamente le possibilità sonore dei differenti strumenti musicali etnici del mondo. Mi sono accorto subito di maneggiare “cose pericolose”, spesso oggetti delicati, ma capaci di generare suoni sottili o potenti, in ogni caso sconvolgenti.

Strumenti che il più delle volte richiedono persone capaci di attivarli, per generare i giusti suoni, musicalità e ritmi. Suoni da impiegare nel contesto opportuno. Alcuni Sufi di Konia durante una conferenza stampa a Milano, hanno presentato il nai, flauto obliquo, come la loro “arma segreta”, più potente di una atomica.

In questi anni abbiamo visto prolificare esperimenti per una possibile convivenza musicale multietnica, in pratica orchestre formate da musicisti europei, cinesi, arabi , africani, sud americani, etc. Ma senza ottenere risultati alchemico-sonori eclatanti. In pratica ci siamo tutti accorti che non è facile far convivere strumenti e scale musicali, sistemi mentali, culturali, sociali, razziali e religiosi.

Quindi  lo studio dei valori dell’accordatura diviene necessario, ma non assolutamente fondamentale, nella ricerca di un comune diapason calibrato a livello cosmico e adottato da un unico calendario mondiale, universale a tutti i popoli. Come i suoni e i moduli compositivi archetipi possono essere le fondamenta per una prossima cultura sonora planetaria, anche i simboli archetipi costituiscono una base universale.

Una convivenza e salvaguardia delle proprie tradizioni nella pluricultura del villaggio globale, affinché non si arrivi ad una monocultura, standardizzata global, dettata da  un’unica scala temperata di 12 note.   

NOTA

  Futuro Antico un titolo così suggestivo

che già di per se costituisce uno straordinario itinerario psichico

  Nel 1980, Walter Maioli dà il titolo Futuro Antico alla composizione realizzata con Riccardo Sinigaglia e Gabin Dabire e depositata  alla SIAE. Ed è dai tempi degli Aktuala, che Walter impiegava questo slogan.

Futuro Antico è anche il titolo del “progetto musicale” di Angelo Branduardi (Futuro Antico I , II e III) e pure di una trilogia di composizioni del percussionista Andrea Centazzo. In questo caso siamo di fronte ad un storia di probabile sintonia (Walter conosce i due artisti); perché le musiche sono completamente stilisticamente differenti. Però Branduardi e Centazzo hanno realizzato i loro Futuri Antichi 15 anni dopo Maioli, Sinigaglia e Dabire. Pensate negli Stati Uniti, si trova uno famoso gruppo di world music che si chiamano “Ancient Future” nato nel 1978, sembrano una superficiale imitazione degli “Aktuala”, nati nel 1972. Infatti Walter Maioli è, tra l’altro, uno dei primi maestri iniziatici della world music. (R.C.)

 

CRITICA

  RE NUDO, 1980

  Futuro Antico

suoni dai primitivi all’elettronica

  Walter Maioli, Riccardo Sinigallia

  La trama di questa musica si snoda in una strana dimensione senza spazio nè tempo, richiama strati di coscienza non ordinari, curva il tempo fino a far sovrapporre avveniristiche atmosfere elettroniche con i primi suoni dell’uomo primitivo. Difficile descriverne il contenuto e, proprio per questo, impossibile non accennare al metodo di realizzazione e alla strumentazione usata. Dai primitivi all’elettronica: dall’uso del più antico strumento musicale, comune a molte culture primitive, chiamato”rombo volante” fino alle sofisticate macchine elettroniche del nostro tempo (moog, sinthi EMS, eco computer) e, tra questi due poli, una infinità di altri strumenti ed effetti (flauti barocchi, doppi di canna, richiami degli Indios dell’Amazzonia, suoni di bicchieri elaborati al nastro magnetico, osso d’aquila, strumenti orientali).

Le strutture portanti sono ancora quelle della musica elettronica, ma l’introduzione di questa originale strumentazione e una indubbia influenza di sonorità orientali (Maioli, già fondatore nel “72 degli Aktuala, torna da un soggiorno di tre anni in Himalaia), danno all’atmosfera musicale un gusto arcano e delle aperture metatemporali notevoli. Questa cassetta inoltre è autoprodotta e autodistribuita e anche questa è una nota di merito agli autori, una sana abitudine anglossassone che in Italia, purtroppo, fatica a prendere spinta. (M.S.

)

Immagini a colori di Adriano Abbado  Disegni degli Aborogeni australiani, dei Taoisti, di Walter Maioli, Gabin Dabire, Riccardo Sinigaglia. 1980